Spigole by Tito Faraci

Spigole by Tito Faraci

autore:Tito Faraci [Faraci, Tito]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2020-06-16T22:00:00+00:00


15.

I desideri son sogni

Io non dormo mai, nemmeno la notte. Tanto meno, la notte. La notte io guardo i vostri sogni. Sono ciò che mi fa andare avanti, anche se non sempre nella direzione giusta. I vostri sogni sono il mio nutrimento. Sono la materia di cui sono fatta io, non voi. Le città sono fatte di sogni. I vostri sogni, i vostri incubi. Quelli da addormentati, e quelli che vi tengono svegli.

Io vi vedo, anche mentre siete nel buio, chiusi dentro le vostre stanze, dentro le vostre case. Chiusi dentro di me.

Vedo te, Ettore, ancora sveglio. Hai tentato di prendere sonno rileggendo vecchie storie di Doc Diablo. Era da tanto tempo che lo evitavi con cura, ma dopo aver rivisto Gianni ti è venuta voglia di fare un controllo. Bene, erano proprio una stronzata. Pensi questo, con queste parole, però non lo pensi. E pensi e ripensi soprattutto a quello che è avvenuto nella giornata appena passata. Una tua tipica strategia. Per pensare a una cosa, ti dedichi a un’altra. Come piantare un seme e lasciarlo crescere, senza andare a rigirare la terra. Peccato che non sia cresciuto niente. Doc Diablo è servito soltanto a rinnovare vecchi tormenti. È stato un rumore di fondo.

Eppure c’è stato un attimo, mentre eri insieme a Gianni, in cui hai sentito di essere vicino alla soluzione del rebus. Come quando ti accosti a un ricordo, lo sfiori e quello ti sfugge. Come il ricordo di quella musica, ieri che a quest’ora è già l’altro ieri. Il cartello, la telefonata... la telefonata, il cartello... perché mettere un cartello AFFITTASI, con il proprio numero di telefono, e dopo picchiare un poveraccio perché ha telefonato per affittare? Che senso ha? Che cosa è successo, dietro le quinte? Ci dev’essere una spiegazione. Per un attimo, di nuovo, ti sembra di poterla afferrare. Ma niente, non ci riesci. Troppo tardi. Sta arrivando il sonno, che ti sei andato a cercare con venti gocce di Lexotan. Il minimo per i tuoi novanta chili, che poi sono novantatré. Adesso vorresti non avere preso niente e, prima, non avere perso tempo con Doc Diablo. Vorresti riuscire a riflettere ancora, Ettore mio, ma adesso devi dormire. Su, da bravo. È giusto così. Domani sarà una lunga giornata per te, io lo so.

Nella stessa casa, in un’altra stanza, Patrizia dorme e sogna. È al mare, insieme al papà e alla mamma, come quando era piccola. Però, nel sogno, lei è grande. E la mamma c’è ancora. È un sogno bellissimo. Spero che Patrizia se lo dimentichi, domani, al risveglio. Non voglio vederla triste.

Quando è rincasato, Sandro non ha detto nulla alla moglie e ai figli. Temeva che si preoccupassero. Cioè, diciamocela giusta: temeva che gli dicessero di non andarsi a mettere in questo casino. Per guadagnarci che cosa? Un padre di famiglia, con un lavoro serio e redditizio, non dovrebbe dare retta a un tipo come Ettore Lisio, con le sue assurdità. Sia chiaro, a loro è dispiaciuto quello che è successo due anni fa.



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